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Il credito d’imposta nel trattamento dei rifiuti

Mese: Marzo 2022

Come aumentare la percentuale di questa agevolazione
per R&S affidandosi a una PMI innovativa

 

Gli imprenditori che vogliono realizzare un impianto per il trattamento dei rifiuti devono affrontare investimenti economici e finanziari importanti.

Per questo, negli ultimi anni, il Ministero dello Sviluppo Economico ha stanziato diverse agevolazioni fiscali per raggiungere gli obiettivi di economia circolare, transizione ecologica e soprattutto per sopperire alla carenza di impianti presenti nella nostra nazione.

E’ da considerare che nella maggior parte dei casi la progettazione e la realizzazione di impianti per il trattamento dei rifiuti, civili o industriali, liquidi o solidi, pericolosi o non, sono sempre soggetti a ricerca industriale e sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative.
Tra le forme di agevolazioni introdotte dalla Legge n. 160/2019 all’art. 1 commi 198-209, regolata dal Decreto Attuativo del 26/5/2020, c’è il “credito d’imposta per ricerca e sviluppo, per innovazione tecnologica e design”.
Le aziende che possono accedere all’agevolazione sono le imprese di qualsiasi settore e dimensione, i consorzi e le reti di impresa (con personalità giuridica), gli enti non commerciali e le imprese agricole.
Per i periodi di imposta 2021 e 2022 sono state istituite queste percentuali, che possono essere cumulabili all’interno dello stesso progetto: credito d’imposta del 20% nel limite massimo di 4 mln di euro per la ricerca e sviluppo; credito d’imposta del 10% nel limite massimo di 2 mln di euro per l’innovazione tecnologica; credito d’imposta del 15% nel limite massimo di 2 mln di euro per l‘innovazione tecnologica finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati per il raggiungimento di un obiettivo di transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0.
Le agevolazioni resteranno con percentuali più basse anche dal 2023 al 2025, mentre dal 2026 al 2031 resterà solo l’agevolazione per R&S.

Credito d'imposta
Le attività considerate di ricerca e sviluppo, ammissibili al credito d’imposta, sono quelle di ricerca fondamentale, di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale in campo scientifico e/o tecnologico, mentre per l’innovazione tecnologica sono considerate ammissibili tutte quelle attività finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati.
L’elenco delle spese ammissibili riguardano: spese del personale; quote di ammortamento e le altre spese relative ai beni materiali mobili e ai software utilizzati nei progetti di R&S; spese per contratti di ricerca aventi ad oggetto il diretto svolgimento da parte del soggetto commissionario delle attività di R&S; solo per R&S, le quote di ammortamento relative all’acquisto da terzi, anche in licenza d’uso, di privative industriali relative ad un’invenzione industriale o biotecnologica; spese per servizi di consulenza e servizi equivalenti inerenti alle attività di R&S; spese per materiali, forniture e altri prodotti analoghi impiegati nei progetti di R&S.
Nel 2022, per le attività di R&S svolte da imprese operanti al sud (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia), la misura del credito d’imposta è stata straordinariamente aumentata del 25% per le grandi imprese, 35% per le medie imprese e 45% per le piccole imprese. Nel caso di contratti stipulati con PMI innovative, aventi sede in Italia, le percentuali aumentano ancora, in quanto le spese concorrono a formare la base di calcolo del credito d’imposta per un importo pari al 150% del loro ammontare, quindi, chi costruisce un impianto di trattamento rifiuti nel Mezzogiorno affidandosi a una PMI innovativa, avrà un credito d’imposta R&S del 37,50% per le grandi imprese, del 52,50% per le medie imprese e del 67,50% per le piccole imprese. Nuovo è una PMI innovativa ed è tra quelle realtà italiane che si occupa di consulenza e progettazione per la realizzazione di impianti per il trattamento di qualsiasi tipo di rifiuto, basando il suo know-how sull’esperienza trentennale dei propri tecnici.
Grazie alle continue attività di ricerca e sperimentazione, ha raggiunto l’ottenimento di un primo brevetto nel 2016 dal titolo “Gassificatore a letto rivoltato” ed è in procinto di ricevere il riconoscimento di un secondo dal titolo “Dispositivo di lavaggio e pulizia di materiale incoerente quali sabbie, pietrisco, ghiaia, ghiaino, o simili”, denominato Hydro-Shock (marchio registrato UE).
Nuovo investe costantemente nell’innovazione e nella ricerca attraverso lo studio di soluzioni personalizzate per i suoi clienti nel rispetto dell’ambiente, dedicandosi con passione alle nuove sfide dell’economia circolare, perché crede fermamente che i rifiuti possono trasformarsi in “nuova” ricchezza.


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Depurazione delle acque reflue

Mese: Marzo 2022

Marzo 10, 2022|In Progettazione|By Vittoria D'Incecco

Depurazione delle acque

Il trattamento delle acque industriali è un processo fondamentale che avviene per consentire la depurazione delle acque stesse. I principali ostacoli che sorgono nella depurazione delle acque sono dati dalla diversa provenienza dei reflui che in base all’attività industriale da cui derivano hanno problemi con determinate sostanze inquinanti piuttosto che altre, infatti un rifiuto prodotto da un’azienda petrolchimica ha caratteristiche completamente diverse da quelle di un’azienda agroalimentare.

Le acque reflue vengono trattate all’interno di piattaforme di trattamento rifiuti liquidi attraverso dei processi chimici, fisici e biologici dove avviene la depurazione delle acque, trasformate così da rifiuto in risorsa (acqua depurata) che, nella maggior parte dei casi, viene riutilizzata all’interno dei processi industriali.

depurazione delle acque

Processo Depurazione Acque

Le acque reflue generalmente vengono trasportate all’interno degli impianti di trattamento rifiuti liquidi mediante cisterne o autobotti che attraverso le aree di scarico trasferiscono i reflui all’interno degli impianti dove possono essere stoccate o inviate direttamente al trattamento.

Per esempio nell’impianto Seap Depurazione Acque, progettato dalla Nuovo S.r.l., le acque reflue hanno tre sezioni di stoccaggio: rifiuti neutro-alcalini, rifiuti oleosi e rifiuti acidi. I rifiuti liquidi vengono conferiti all’interno dell’impianto tramite autocisterne e scaricati all’interno delle aree di scarico dove viene effettuata la prima fase di pretrattamento. Successivamente, attraverso una filtro-coclea ed un idro-ciclone i reflui vengono privati di solidi grossolani e di sabbie e vengono depositati in appositi sacchi, mentre il refluo attraverso delle tubazioni arriva all’interno della sezione chimico-fisico. Qui, vengono svolti trattamenti con l’aggiunta di reagenti chimici per favorire la separazione acqua-fango. In seguito, l’acqua viene trasferita all’impianto biologico mentre i fanghi vengono condizionati attraverso la disidratazione meccanica.

La separazione delle emulsioni oleose, come le acque di sentina, avviene, invece, tramite il riscaldamento dei serbatoi di contenimento con l’aggiunta di additivi chimici che favoriscono la separazione dell’acqua dall’olio. Una volta separati, l’olio verrà mandato a recupero mentre l’acqua reflua sarà inviata nuovamente a trattamento, come indicato sopra.

depurazione delle acque impianto

Come Lavora Nuovo S.r.l.

La Nuovo S.r.l. ha progettato l’impianto della Seap Depurazione Acque e nell’articolo “Il rifiuto liquido si trasforma in risorsa” viene spiegato con maggiore dettaglio come avviene il processo della depurazione acque industriali.